lunedì 15 ottobre 2012

Giorno Quattordici : Lettera a chi gestisce la notte.

Momento revival : nel 2004 ho scritto una lettera ai gestori dei locali italiani, allarmato 
dalla tendenza, già allora iniziata ed in progressivo aumento, del calo di qualità del prodotto discoteca in Italia.

Cosa, quanto, come è cambiata la scena club in 8 anni?

Vi ripropongo la lettera-articolo, pubblicata in due parti sulla mitica rivista Jocks Mag di allora :




Passano 8 anni, e cosa è cambiato? Molto, direi.

In peggio.

Sono stato un profeta nefasto? Oppure ho semplicemente dedotto qualcosa che era già intuibile all'epoca, in quel periodo 2000/2005 quando ancora forse si poteva porre rimedio e capire quanto contasse il prodotto artistico in un locale?

C'era già in quel 2004 la figura del "dj che porta gente". C'era già lo spessore artistico azzerato. C'era già la scarsezza professionale nell'ambiente, dj che non sono dj, vocalist che urlano a caso frasi incomprendibili accentuate da un delay al massimo, light jockey impegnati a tutto tranne che a sottolineare con gli effetti, ciò che la musica sta trasmettendo alla gente.

E nel frattempo, quanti locali abbiamo visto chiudere?
Quanti locali hanno cambiato gestione, nome, proprietà?
Quanti soldi investiti in maniera sbagliata, si sono dimostrati impossibili da recuperare, perchè abbiamo ignorato i princìpi fondamentali del meccanismo di una serata in discoteca?

(Buona musica + artista valido + scenografia e coreografia)

Abbiamo, temo, completato l'inversione dei ruoli : musica, artisti, luci, costumi sono diventati la secondaria cornice di una scena in cui i protagonisti sono lo champagnino, il tavolo prenotato, il PR lampadato, la lista fighetta.

Ci abbiamo guadagnato? E' stato meglio così? O era meglio prevenire, investire nel modo giusto e tentare di educare, di indirizzare il nostro pubblico verso una concezione più serena, più solida, più artistica del clubbing, come avviene in diversi paesi del mondo?

Certo oggi siamo in una epoca di crisi, perciò anche manifestazioni epiche come Sensation, UMF e simili, probabilmente non hanno più quella risonanza che poteva avere la Love Parade dei tempi d'oro.

Ma la conseguenza per noi italici è stata quella di vedere organizzato un evento meraviglioso come il SoundRome, a cui hanno lavorato professionisti, investitori, artisti validi che hanno arrancato per promuovere qualcosa che la gente comune non ha compreso, perchè non abituata a ragionare in questa ottica.

Anni a sognare artisti come Tiesto, come Armin Van Buuren, che si esibiscono in location a portata di mano e quando arriviamo con impegno, sacrificio e un pizzico di voglia di sognare a portarli a Roma, ci troviamo a lottare contro un pubblico che ormai concepisce l'apoteosi della discoteca come un ristorantino in cui ci sono 4 metri quadri per ballare una mezz'oretta, dopo il dessert, mentre si aspetta il caffè...

La figura del DJ è sparita.

Prima sii PR, poi, forse, pensi ad essere DJ, MC ( e non vocalist, cazzo! Il vocalist è uno che canta, non un presentatore-urlatore!).

Allora mi chiedo, voltare pagina, è possibile?

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