venerdì 1 maggio 2015

HoVisto : HUMANDROID



Prendi ROBOCOP (l'originale anni '80, non sta ciofeca di poco tempo fa), aggiungi un buon, anzi molto molto CORTO CIRCUITO.

Mescolare, nemmeno tanto bene.

Spolvera con un TERMINATOR quanto basta.

Metti in forno, lo chef Neil Blomkamp senz'altro ne cura l'impiattamento in modo che somigli molto al suo DISTRICT 9 e per fortuna non al suo ELYSIUM.

Luoghi comuni, niente di nuovo, tutto già visto tra i titoli suddetti e tutto ciò che è il rapporto tra intelligenze artificiali e l'uomo : C3PO, HAL 9000, Data, K.I.T.T. e tutti computer, androidi, tutto quanto sia creato dall'uomo e non capisca l'uomo, con la pretesa di un regista che vuole insegnare all'uomo ad essere uomo, si ritrova mescolato un po' a cacchio in Chappie, il robot protagonista.


Un po' Grillo Parlante (il giocattolo, non il personaggio), un po' Alphonse di PATLABOR, Chappie comunque commuove e fa riflettere, fa quasi pensare "ma in che mondo sto mandando a vivere mio figlio?",

Le sue orecchie, espressive come quelle dei cani, ricordano davvero molto le sopracciglia di Numero 5, ma diciamo che dopo i due primi film del regista, si è capito che il suo stile non è raccontare storie nuove, ma rubacchiare qua e là, ottenendo una sorta di film minestrone, comunque saporito.

Buoni gli attori, cattivi una cifra i Die Antwoord, duo rapper sudafricano dal look gangster, roba che ti aspetti che poi facciano pezzi alla Slipknot, invece anche no, che interpretano "mamy" e "papy".

Superflue le star : Hugh Jackman non offre alcun apporto, non brilla, non fa la differenza, se ci mettevano un altro attore non cambiava nulla.

Sigourney Weaver, bollitissima, è quasi una comparsa e per lei vale lo stesso discorso di cui sopra : inespressiva e inutile.

Nonostante tutto il film appassiona, coinvolge e non annoia mai, quindi pollice in su.