domenica 29 novembre 2015

Vita da DJ : il mio punto di vista - Parte 2

Eravamo a fine '90 e inizio 2K e io stavo lì, in un locale forte a Roma, per la musica dance tranquilla.

Niente progressive, techno, trance, minimal, deep house, niente di cool, niente di underground, niente di figo insomma.

Commercialedemmerda, sì.

Allora capitò di fare una stagione estiva in una location molto cool del litorale romano. 

Bella storia, mi dissi.

Anche in questa occasione, consolle un po' a cazzo, dj improbabili, perché se uno fa parte dello staff, pure che mette musica demmerda, mica lo puoi lasciare a casa no?

Allora eccoci lì, in una consolle stretta, in cinquantatrè a suonare due dischi a testa, se mixavi veloce.

Io ero al microfono e lo spazio per l'indispensabile light jockey non c'era ma a nessuno fregava niente, perché i soldi lì si fanno coi biglietti e coi drink, mica offrendo un intrattenimento di buon livello.

Le luci del locale quindi, venivano lasciate in automatico, quindi erano sempre uguali, ipnotiche, per la serie "la sua soddisfazione è il nostro miglior premio" roba che poi uscivi che facevi "piripiripì gni gni prrrr"  :


Insomma, si era lì in tanti e ancora non eravamo in quell'epoca in cui "suoni se porti gente", tanto per dire.

E voi lettori, a istinto, penserete che si era in tanti perché tutti bravissimi a tenere la pista, a scegliere i dischi giusti, a mixare con tecnica e competenza.

Anche no.

Si era lì perché.......boh.........

Io servivo, ero bravo, forse uno dei migliori, quindi anche se ero antipatico perché andavo a spiattellare quando gli altri facevano cazzate che potenzialmente rovinavano la serata, avevo il mio posto.

E poi, senza falsa modestia, se ho il microfono in mano imposto la voce, carico, non copro la musica e la gente mi segue e fa i cori e poi esce tutta contenta dal locale.

Gli altri ventordici che erano lì, in quel locale estivo, no.

Uno impostava la voce parlando tipo goblin ritardato che ha appena bevuto una vodka al salame.
N'altro impostava la voce parlando tipo macaco dormiente che ha appena ascoltato tutta la discografia di Paolo Vallesi.
N'altro ancora, aveva parlata e anche aspetto fisico che lo scambiavi per un minatore dopo un turno di lavoro di 43 giorni e ti stupivi che non odorasse di carbone e grotta.
E poi c'era uno di quelli con la "S" romanesca, sai tipo "aò, sso disco è popo ssupendo".

Insomma ok, ero bravo al microfono, ma dovevo stare lì pure un po' per esclusione.

La domanda sorge spontanea, allora : perché tenere cinquantordici persone a lavorare in uno spazio ristretto, quando c'hai uno bravo al microfono, bravo a mettere i dischi e che poi sa anche produrli?

Tutti a zappare? Anche no.
Rispondere alla suddetta domanda, in maniera sensata, è pura utopia. Roba che fai prima a vedere un ufo volare sopra l'isola che non c'è, mentre Berlusconi si fa un aperitivo con un magistrato e gli passa davanti una gnocca di 20 anni, ma lui non se ne accorge.
In realtà di queste domande, ne ponevo, ahimè, non rendendomi conto che sollevando cotali questioni perdevo punti, anziché guadagnarne.

Le risposte erano più o meno tutte sul tipo "E vabè, ma lui sta lì da sempre...."

Giusto, mi pare, giusto.

Siccome un pirla viene messo in un posto di rilievo, poi lasciamolo lì perché sta lì da sempre anche se ci manda falliti.

Circolo vizioso.

Ma sapete, temo che questo non sia solo un fatto legato al mondo delle discoteche.

Vabè, ma torniamo al racconto : si avvicina agosto, notoriamente un mese morto per chi gestisce i locali, visto che all'epoca dei primi anni 2K, la gente aveva ancora i soldi per andarsene in vacanza e le grandi città si svuotavano.

Allora la gestione del mitico discoclub dove lavoravo, prende un po' tutto più alla leggera. 
Senza avvisare nessuno, fa subentrare alla direzione artistica del locale un misterioso individuo, che conoscevo di vista perché si occupava della stampa dei biglietti-invito anche durante la stagione invernale.

Ma roba che sbagliava i nomi degli artisti, le date, i loghi, e come grafica usava delle robe rubacchiate, perciò senza pagare copyright.

Un italiano medio, insomma, ordinaria amministrazione.

Bon, per miracolo della dea Athena, ci troviamo da soli, io in consolle e il tizio lì a dirigere la baracca.

Hallelujah, hallelujah!
Inizio la serata, la pista si tiene, mi sparo persino un po' di trance a inizio serata, perché io già masticavo Ferry Corsten, Chicane, Fragma e tante altre robe meravigliose.

Ovviamente passo poco dopo alla denz, commercialozza, easy.

Metto su un disco degli Eiffel65 e arriva il tipodirettore, con aria inquieta e cazzeggiosa mi fa "Ricordati che tipo di musica si suona in questo locale!".

Commerciale, cacchio. In questo locale si suona commerciale. E gli Eiffel65 sono commerciali. 
Nonostante questo, il direttorecoso, sembra soddisfatto (e ti credo), la serata finisce ottimamente e riesco a sboronare persino, chiudendo il mio dj set godendo con questo disco qui :


Impensabile suonarlo in Italia, vero?

La serata successiva mi capitarono in mezzo alcuni figuri di cui mai mi spiegai la presenza.

Nessuno mi avvisa che c'è una guest, nessuno mi fa presente che devo dividere la consolle.

Si presentano, uno fa il dj, l'altro, boh, il suo manager, impresario, bodyguard o chessòio.

Mai sentito nominare 'sto dj e ricordo a tutti che si era in una epoca ancora lontana dal "suoni se porti gente".

Quindi 'sto tipo sconosciuto, non era in consolle perché il locale era presumibilmente pieno di suoi fans, vedi suoi parenti e compagni di classe.

Non seppi mai nulla : tutte le mie domande non trovarono mai risposta.

Perché il direttorecoso lo voleva in consolle? Boh!
Perché non ero stato avvisato? Boh!
Chi era costui? Boh!

Il suo dj set era standard, stessi dischi che mettevo io, identici proprio.

Ma non parlava al microfono come me. 

Allora, caro direttoretizio, che ci dobbiamo fare con un dj sconosciuto, che non porta gente, che mette la stessa musica che metto io e che non incita le folle al microfono come me? No cioè, perché se fa qualcosa in più lo capisco, ma dato che fa qualcosa in meno, che senso ha?

Mah, boh, chissà.

Eppure era lì, mi impongonovelatamente di annunciarlo al microfono, con la gente in pista che mi guardava come a dire....

...e comunque, oltre a perdere il vantaggio di avere uno bravo al microfono, sto dj/minatore, presumo sia stato anche pagato.

Yo, bella bro, direttoretale, posso dirti che ho un dubbio...


Prima di lasciare il mixer al dj/minatore comunque, sboroneggio alla grande suonando due anteprime che avevo reperito, tramite conoscenze mafiose. Due nuovi singoli di due big artisti very famosi.

E il dj/minatore ROSICA.

Vedi a spacciarsi per "special guest"...

Dopo il suo comunissimo dj set, torno io e finisco benone la serata, ma c'era in ballo il secondo misterioso personaggio, non ve ne siete dimenticati vero?

Arriva da me, questo tale, senza presentarsi, senza che nessuno mi facesse sapere chi fosse e mi chiede "Ma senti, com'è andato X?" riferendosi ovviamente all'amico suo dj/minatore.

Per un decimo di secondo ho valutato se sorridere falsamente, fargli mezzo complimento appena sufficiente e tornare ai miei vinili. 

Ma sono troppo carogna dentro per non dire la verità, anche quando fa male, la mia ex lo sa bene (vero tesò? <3 ) e quindi risposi con tutta sincerità, verbale ed espressiva...

A chi ti riferisci, scusa? Ah già...
Valutai il suo set come standard, suggerii che era il successo del locale a dare visibilità a lui e non certo il contrario.

Il tipotale ci rimase demmerda, un misto tra "non mi rendevo conto di essere il manager di un pirla" e pure "ma tu non sai chi sono io, ma tu non sai chi è LUI.."....

E no, NO, tuttora non so.

Cioè l'ho visto, il minatore, in giro per Roma a far serate e anche a far qualche produzioncina di squallido successo.

Perché faccia serate? Boh.

Non che non fosse competente, cioè, no, capite che a mettere in fila le hit del momento è buona pure mia zia.

Ma come si faccia a convincere un direttorecoso che uno sconosciuto dall'aria sfigata sia un dj che valga la pena pagare per fare una buona serata, non lo capirò MAI.

Sono sempre stato chiamato a lavorare perché sono bravo, ma qui stiamo parlando del lontano anno 2000 e non fatico a pensare che già all'epoca la bravura non fosse un merito indispensabile per avere credibilità.

sabato 28 novembre 2015

Vita da DJ : il mio punto di vista - Parte 1

Erano gli anni 80 e mi sparavo a manetta il rap, l'italodisco e il synthpop.

Dopo gli anni di Run DMC, Public Enemy, De La Soul, LL Cool j, Kool Moe Dee e altri inferiori, di cui parlerò altrove, arrivò il preludio del tunz tunz.

Sbarellavo per Paula Abdul, che già già, era molto abballabbile, soprattutto con quel disco in vinile con su scritto "zitto e balla" in vari colori, ma che io ebbi in ciddì, rosso.

Era questo qua : 



E che poi ti partiva con una versione remix tamarra (per l'epoca) di COLDHEARTED , canzone che, fondamentalmente, era una merda, ma remixata era adrenalina che manco se ti trovi in una rissa tra Jedi e maestri di Hokuto, con 8 kg di popcorn al formaggio pronti, caldi e croccanti.

E godetevelo va, senti che bassline :



Che voce demmerda 'sta qua, direte voi.

E ok, infatti poi passai ai miei cari Pecciobbois, grazie alla loro prima raccolta, prima nel senso che poi ne sono venute a camionate, tutte uguali e utili quanto un guantone da baseball mentre sei al cinema a vedere un cinepanettone.


E qua si godeva e potenzialmente si gode ancora.

Ma come tutti sapete, sono cresciuto in una famiglia tradizionalista, roba che ho fatto prima comunione, cresima e mi gratto le palle pensando che prima o poi dovrò fare l'estrema unzione.

E per la mia famiglia tradizionalista, la discoteca era un mondo per matti e drogati.

Hey questa è la maxistoria..........
Quindi no, non ci dovevo andare.

L'idea che mi ero fatto era di un posto buio, puzzolente, sgradevole, pieno di umanoidi con problemi di tossicodipendenza, che giravano con in mano enormi siringhe piene di robacce perniciose, pronti a rincorrere le mie chiappe vergini per infettarmi.

Fassino, insomma.

I can't stop this thrilleeeeeeer......thriller night.....

Ma all'epoca si girava coi walkman, costosi pezzi di plastica in cui infilavi degli altri pezzi di plastica rettangolari, chiamati cassette, in cui venivano in qualche modo memorizzati suoni e musica.

Na roba vintage, quando non era vintage, per capirci.

E quindi, daje e ridaje de Paula Abdul, Pecciobbois e altre amenità che ascoltavo all'epoca, dalle cuffiette di amici e compagni di scuola (continuo ad escludere il mio capitolo rap, perché non attinente), invece uscivano robe più ritmate, abballabbili.

Mi capitò in mano una roba in cassetta, che poi scoprii in un cd, con una copertina strapezzente, contenente però diverse hit.

Questa roba qua.
E così si aprì il mondo tunza tunza.

Ma mica con la robaccia, no, c'erano robe di qualità, dai Black Box ai 24/7, da Ice MC a Double Dee....

...e per cronaca, a quei tempi non c'era internet, quindi i ciddì, te li procuravi noleggiandoli.

Noleggiai di tutto e approfittai pure di un negozio, qualche anno dopo, che prima noleggiava, poi fallì miseramente perché la gente che noleggiava, me compreso, copiava tutto infrangendo qualsiasi copyright esistente (Pirateria sUx) e quindi dopo un po' ogni singolo cd là dentro non serviva a niente.

La dance entrò nelle mie vene, passando per Cappella, Technotronic, 2 Unlimited e poi tanti altri bei progettini che facevano del periodo primi anni 90, uno dei più pheeghi della storia.

MA...la discoteca continuava ad essere un posto per matti e drogati.

...e la mamma preoccupata disse "Vattene a Bel Air"..........
Quindi no, non ci dovevo andare.

Epperò vaffancina a Will Smith, iniziai davvero a interessarmi al mondo del djing, facendo un corso per la tecnica di mix, comprando quel che potevo coi miei risparmiucci di post adolescente e allenandomi per ore a settimana su un mixer scrausissimo che ancora oggi funziona.

Questo,
 (foto estate 2015)
Allora tra corsi e feste con amici in cui suonavo a ripetizione Scooter e Rexanthony, ovvio, iniziai a cercare di capire qualcosa in più, anche perché prima di mixarmi le mie cassettine e regalarle a chiunque, mi informavo con le compi radiofoniche dei pischelli tamarri, che giravano con le Clio prima serie camminanti a onde sonore.

E lì...iniziai a farmi domande e a non trovare risposte.

Marzullo sUx.
Cioè non ascoltavo MAI i programmi radio cult del settore, acquisivo le mie informazioni studiandomi compilation, coi megamix delle radio locali e comunque nei negozi di dischi. Perciò sapevo un po' di nomi, tipo Albertino, Molella, Fargetta, Prezioso.

Li vidi dal vivo per la prima volta fare l'apertura al concerto degli East 17 (sì, adoravo gli East17), con i loro bei giradischi. 

Albertino presentava con la sua solita verve tipo appena uscito dal funerale del suo gatto nero, morto affondando nella palude, tipo Artax il cavallo di Atreju del LA STORIA INFINITA.

Gli altri tre mixavano le hit del momento.

Ok, Albertino.

Dj Albertino.

DEEJAY Albertino.

Non mi tornava.

Ovunque, DJ, DEEJAY, Albertino.

Ma...ma...non mixava.

Cioè no, io sapevo roba tipo che il dj, il deejay, il disk jockey era quello che selezionava e mixava.

Tipo roba che poi l'amico Provenzano faceva il "Mixa&Selecta" no?

Mica il "Speka&Jingoleggia", giusto?

Io volevo fa il dj.

Volevo prendere i dischi dalla valigetta, metterli sul piatto, su la puntina, smanaccia il pitch, smanetta il mixer, fai ballare e poi ricomincia, finché la gente non stramazza a terra.

E questo no, stava lì sul palco a parlare, a dire fondamentalmente cazzate.

Non mi tornava.

Vabè, dedichiamoci alla progressive, che poi ti arriva Robert Miles, fa il suo capolavoro epocale pietra miliare disco più bello della storia che poi io ti coverizzo una caterva di volte.



E lì allora me ne vado nei locali dove si suona la roba figa a cantare l'inno di quell'epoca :

"Noi non vogliamo, ballare commerciale! Duri! Cattivi! Pro-Gres-Sivi!"

Lacrimuccia.

Ma lì i dj facevano i dj.

Bismark, Vortex, Francesco Zappalà, Ricky Le Roy, e poi tutta la scena BXR.

Mettevano dischi, diamine.

Ecco, cosa voglio fare.

E lo facevo, mixavo, anche pur sempre parlando al microfono.

Incitavo le folle.

E infatti in quel mondo lì, il dj, deejay, disk jockey, sceglieva i dischi e li riproduceva sul piatto, mentre il vocalist, parlava, animava, diceva quasi solo stronzate, ma incitava le folle.

Io facevo tutte e due le cose.

D'altronde ero reduce dalla mia inizializzazione allo status di animale da palcoscenico, presentando feste di piazza e suscitando ardori del pubblico.

Poi, mannaggia, arrivò lui 


E iniziai a scrivere, comporre, remixare.
Era un campionatorino 8 bit, che si attaccava al computer ultrafigo dell'epoca, l'Amiga 500, poi sostituito dall'Amiga 1200.

E ci facevi musica!

Tunz! Tunz!

E allora, boh, Albertino era un dj e tutti lo chiamavano dj, ma non faceva il dj.

Picotto e Mario Più erano dj ma li conoscevi più come "quello fa i dischi" che come mixatori, perché a Roma e dintorni ci venivano pochino.

Quindi lo ammetto : io facevo il dj nel senso che mettevo i dischi, più cazzeggiavo al microfono in maniera efficace, più facevo le mie musichette con il computer, riuscendo a fare cose egregie.

E siamo agli anni 90.

Quello che "fa il disco", poi diventato quello che "ha stampato", era un mito.

Io lo feci per la prima volta nel 1999, quando poi entrai pure a lavorare in un locale figo di Roma.

Ma di dj ce n'erano già una caterva, quindi mi dissero che i dischi non li dovevo mettere, no, no.

Dovevo usare il microfono.

Poi di fatto i dischi li mettevo, ma sapete che carattere ho, non sono mai stato un leccaculo, anzi, andavo sempre a spiattellare in faccia le cose.

Se uno mi svuota la pista, vado a lamentarmi.

Se uno mette musica demmerda e la gente si lamenta con me (che sono sul palco e quindi il frontman della situation), che devo fare? Riferisco a chi di dovere.

Sto dj non conosce i successi del momento, ti spaccia dischi techno di 5 anni fa per house attuale, ti mixa demmerda, sovrapponendo melodie e cantati!!!

Sto dj non sente la pista, mette dischi sbagliati al momento sbagliato!!!

Una sera per caso, ci viene a trovare un cantante dance famoso, di cui non dirò il nome per evitare casini.

Lui.

Ci fa il regalo, sale in consolle, accetta di cantarci un disco suo.

Il mio dj, mette un disco.....suo........sì ok.......ma STRUMENTALE.




No cioè, licenziato in tronco per la figura demmerdissima, col pubblico, col cantante, con la scena club internazionale e coi princìpi di base dello show business?

No.

Ok, questo fa il dj.

E io no.

Vabè...sarà un caso.......

Altra serata, venerdì, locale semivuoto, il dj con cui lavoro ti piazza lì un remix di PERSONAL JESUS dei Depeche Mode, versione non autorizzata di ventordici minuti tutta uguale che lui aveva in vinile finto-esclusivo, chè ce l'avevano tutti ma vabè.

Il genio assoluto, se ne fa dare DUE copie.

Mette il disco, i quattro gatti in pista, miagolano lamentele e se ne vanno al bar a tentare di rimorchiarsi la barista, che era una mia amica ed era alquanto gnocca. 

(Lo è ancora)

Insomma, dj, mi svuoti la pista, che famo? 
Hai messo un disco che non c'entrava una sega, vabè, capita.
Mo' vedi di mettere un riempipista, che i proprietari del locale sono contenti e magari ci sganciano diecimilalire in più sul cachet.

Anche no.

Il genio assoluto, ne aveva DUE copie.

Oltre a far finire la prima copia del disco.....cosa fa?

La vedo come una scena al rallentatore, tipo quelle in cui poi l'attore del film americano fa "Nooooooooooooooooooooooooo" e corre scapicollandosi verso il disastro che sta per accadere, ma l'audio del film è a velocità normale.

Il genio assoluto, ne aveva DUE copie.

E le suona.

Cioè....il disco svuotapista, mixato con la seconda identica copia del disco svuotapista.

No, cioè, vabè.



E allora...?

Licenziato in tronco, fanculo, nano demmerda incapace?

No.

No e no.

Chiudo qui questo capitolo della saga, appuntamento alla prossima volta che c'ho voglia.

#deejay  #dance #edm #diskjockey #discoteca #albertino

venerdì 6 novembre 2015

Star Wars Ep.7 : la mia previsione.

Mia speculazione sul nuovo film della saga di Star Wars, dopo l'acquisizione dell'intero brand da parte della Disney.

Molti si aspettavano di vedere robe tipo un Topolino Jedi, ma per ora, grazie ad Athena, non sarà così, speriamo, forse, ipoteticamente.



Se conosco bene JJ Abrahms ho una vaga idea di quello che può star creando e inizio a spiegarvelo citando alcuni indizi.

1) Il cattivo : Kylo Ren, da dove salta fuori? Sì, tra videogame, miniserie e altri ammennicoli, si conosceva già come personaggio, ma perché vuole seguire, come visto dal trailer, le orme di Vader?

2) E' tutto vero : Solo racconta nel trailer, presumibilmente rivolgendosi a Rey e Finn, che le leggende sugli Jedi e sulla Forza sono realtà. Perciò capiamo che Luke non ha avuto nessun padawan e quindi tutto ciò che riguarda le trilogie precedenti è stato praticamente dimenticato. 

3) Dov'è Luke? : Questo è il grande mistero che attanaglia tutti! Mark Hamil è citato nel cast e ci sono sue foto in giro di lui con una barba lunga. Ma Luke Skywalker non compare nè nei trailer, nè nelle locandine. Si vede soltanto una mano robotica (la destra, la stessa che Luke perse ad opera di Vader, nella famosa scena della rivelazione della sua vera identità) che carezza R2D2. 



La mia ipotesi dunque è (perdonatemi, non so se essendo ipotesi vada messa come spoiler) che Luke ricoprirà il ruolo che fu di Palpatine.

Sì, insomma, Luke è diventato cattivo, passando al lato Oscuro!

Se ci pensate è perfettamente logico : Luke è figlio di Anakin, il primo che ha riportato l'equilibrio, il primo capace di tornare indietro dal sentiero del lato Oscuro, tanto che nel finale quando si festeggia cogli Ewok sulla luna boscosa di Endor, vediamo Anakin come spirito di Forza, con il suo aspetto da giovane.

Questo dimostra che è possibile tornare dalla parte del bene, diventare spirito di Forza, riottenendo l'aspetto che si aveva prima del passaggio al lato Oscuro.



Ma Anakin ha tentato pesantemente Luke, durante il loro scontro, tanto che il figlio ha aggredito il padre con rabbia e potenza, suscitando la soddisfazione dell'Imperatore.

Il lato Oscuro, con l'Imperatore e con Vader, è arrivato a dominare la galassia, mentre nei trailer vediamo Finn che da soldato imperiale, si lamenta perché non ha uno scopo, non è motivato.

Luke perciò può aver capito che il giusto sta nella figura del padre, cioè nell'equilibrio tra bene e male, non nello squilibrio verso il solo bene, che se diventa dominante, causa comunque danni.

Anakin era l'equilibrio tra Palpatine e Luke.

Venendo a mancare Vader, la Forza non aveva più equilibrio, perciò Luke può aver pensato di forgiare un discepolo : come ci disse Yoda, i Sith sono sempre due, un maestro ed un discepolo.

E dal momento che abbiamo per certo un cattivo, cioè un Sith, cioè Kylo Ren, chi può essere stato il suo maestro, dal momento che non ci sono altri Sith in giro, se non Luke che ha sfiorato il passaggio al lato Oscuro ed è figlio di colui che rappresenta l'equilibrio tra entrambi i lati?

La nuova trilogia, presumo quindi, sarà incentrata sulle figure di Rey e Finn, in puro stile JJ (che clona spesso e volentieri film del passato, vedi CloverfieldVSGozzilla o Star Trek 2-L'Ira di KhanVSStar Trek Into Darkness) che saranno i nuovi Luke e Leia, con Kylo Ren come nuovo Vader e Luke come nuovo Palpatine.

Il finale del terzo film, lo immagino con una chiacchieratona in cui si spiega che il giusto è nell'equilibrio, che non può esistere il bene senza il male ecc ecc...

Che ne dite? Vedremo tra poche settimane se e quanto ci ho preso.... :)