sabato 10 novembre 2012

HoLetto : IL DIAVOLO NELLA CATTEDRALE di Frank Schätzing

Dopo aver letto IL QUINTO GIORNO, seguito da SILENZIO ASSOLUTO, mi sono dedicato ad un terzo romanzo di Frank Schätzing, e davvero non me ne pento. Per ora comunque il romanzo che mi manca di questo autore, LIMIT, andrà in standby, visto che ho in programma letture come il mio amato Stephen King, un John Grisham che ho seguito davvero troppo poco, nonchè uno splendido Paolo Villaggio.

Non che sia un capolavoro, questo romanzo, anzi, probabilmente il titolo originale La Morte E Il Diavolo avrebbe reso meglio l'idea della storia. Tradotto con questa associazione del diavolo con l'edificio sacro, suggerisce invece qualcosa di blasfemo, una storia sulle messe nere, sulle sette diaboliche.

Non c'entra niente invece. Questo libro parla nè più e nè meno di un giallo, ambientandolo nel 13esimo secolo d.C. 

Muore un tizio, cadendo dalle impalcature di una cattedrale in costruzione, che poi è il duomo di Colonia, cioè questo a lato, ed un ladruncolo (che sarà il protagonista...quando mai i ladri in film e romanzi sono dei criminali...!? ) dai capelli rossi assiste all'omicidio per caso.

Da lì inizia tutta una serie di casini che porteranno il protagonista a conoscere le persone che lo aiuteranno a risolvere il mistero ma anche a ritrovare sè stesso.

Come al solito però, Frank Schätzing, ti schiaffa lì una alternanza irritante di azione e staticità, dinamismo e noia, movimento e chiacchiere disutili.

Nel caso di questo tomo, ti capita di leggere un capitolo su Jacop La Volpe, il protagonista, che magari fugge dal misterioso assassino, seguito da un capitolo in cui il gruppo di persone che ha organizzato l'omicidio, blatera se sia stato giusto o no, senza fare alcunchè di costruttivo o di finalizzato alla storia.

Anche questa volta, come successo per gli altri due romanzi che ho letto di Schätzing, ho saltato paragrafi, pagine e in qualche occasione interi capitoli, senza perdere assolutamente il filo del racconto.

Evidentemente è il suo stile : mi vien da pensare che scriva due romanzi diversi, uno figo, veloce e avventuroso ed uno fermissimo, noiosissimo, descrittivo e con dialoghi fini a sè stessi. Poi li mischia stando ben attento ad interromperti una scena cruciale sul più bello.

In un film, secondo me, questo sistema ti farebbe uscire dalla sala a metà proiezione, in un libro, evidentemente ti fa vendere milioni di copie.

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