sabato 28 novembre 2015

Vita da DJ : il mio punto di vista - Parte 1

Erano gli anni 80 e mi sparavo a manetta il rap, l'italodisco e il synthpop.

Dopo gli anni di Run DMC, Public Enemy, De La Soul, LL Cool j, Kool Moe Dee e altri inferiori, di cui parlerò altrove, arrivò il preludio del tunz tunz.

Sbarellavo per Paula Abdul, che già già, era molto abballabbile, soprattutto con quel disco in vinile con su scritto "zitto e balla" in vari colori, ma che io ebbi in ciddì, rosso.

Era questo qua : 



E che poi ti partiva con una versione remix tamarra (per l'epoca) di COLDHEARTED , canzone che, fondamentalmente, era una merda, ma remixata era adrenalina che manco se ti trovi in una rissa tra Jedi e maestri di Hokuto, con 8 kg di popcorn al formaggio pronti, caldi e croccanti.

E godetevelo va, senti che bassline :



Che voce demmerda 'sta qua, direte voi.

E ok, infatti poi passai ai miei cari Pecciobbois, grazie alla loro prima raccolta, prima nel senso che poi ne sono venute a camionate, tutte uguali e utili quanto un guantone da baseball mentre sei al cinema a vedere un cinepanettone.


E qua si godeva e potenzialmente si gode ancora.

Ma come tutti sapete, sono cresciuto in una famiglia tradizionalista, roba che ho fatto prima comunione, cresima e mi gratto le palle pensando che prima o poi dovrò fare l'estrema unzione.

E per la mia famiglia tradizionalista, la discoteca era un mondo per matti e drogati.

Hey questa è la maxistoria..........
Quindi no, non ci dovevo andare.

L'idea che mi ero fatto era di un posto buio, puzzolente, sgradevole, pieno di umanoidi con problemi di tossicodipendenza, che giravano con in mano enormi siringhe piene di robacce perniciose, pronti a rincorrere le mie chiappe vergini per infettarmi.

Fassino, insomma.

I can't stop this thrilleeeeeeer......thriller night.....

Ma all'epoca si girava coi walkman, costosi pezzi di plastica in cui infilavi degli altri pezzi di plastica rettangolari, chiamati cassette, in cui venivano in qualche modo memorizzati suoni e musica.

Na roba vintage, quando non era vintage, per capirci.

E quindi, daje e ridaje de Paula Abdul, Pecciobbois e altre amenità che ascoltavo all'epoca, dalle cuffiette di amici e compagni di scuola (continuo ad escludere il mio capitolo rap, perché non attinente), invece uscivano robe più ritmate, abballabbili.

Mi capitò in mano una roba in cassetta, che poi scoprii in un cd, con una copertina strapezzente, contenente però diverse hit.

Questa roba qua.
E così si aprì il mondo tunza tunza.

Ma mica con la robaccia, no, c'erano robe di qualità, dai Black Box ai 24/7, da Ice MC a Double Dee....

...e per cronaca, a quei tempi non c'era internet, quindi i ciddì, te li procuravi noleggiandoli.

Noleggiai di tutto e approfittai pure di un negozio, qualche anno dopo, che prima noleggiava, poi fallì miseramente perché la gente che noleggiava, me compreso, copiava tutto infrangendo qualsiasi copyright esistente (Pirateria sUx) e quindi dopo un po' ogni singolo cd là dentro non serviva a niente.

La dance entrò nelle mie vene, passando per Cappella, Technotronic, 2 Unlimited e poi tanti altri bei progettini che facevano del periodo primi anni 90, uno dei più pheeghi della storia.

MA...la discoteca continuava ad essere un posto per matti e drogati.

...e la mamma preoccupata disse "Vattene a Bel Air"..........
Quindi no, non ci dovevo andare.

Epperò vaffancina a Will Smith, iniziai davvero a interessarmi al mondo del djing, facendo un corso per la tecnica di mix, comprando quel che potevo coi miei risparmiucci di post adolescente e allenandomi per ore a settimana su un mixer scrausissimo che ancora oggi funziona.

Questo,
 (foto estate 2015)
Allora tra corsi e feste con amici in cui suonavo a ripetizione Scooter e Rexanthony, ovvio, iniziai a cercare di capire qualcosa in più, anche perché prima di mixarmi le mie cassettine e regalarle a chiunque, mi informavo con le compi radiofoniche dei pischelli tamarri, che giravano con le Clio prima serie camminanti a onde sonore.

E lì...iniziai a farmi domande e a non trovare risposte.

Marzullo sUx.
Cioè non ascoltavo MAI i programmi radio cult del settore, acquisivo le mie informazioni studiandomi compilation, coi megamix delle radio locali e comunque nei negozi di dischi. Perciò sapevo un po' di nomi, tipo Albertino, Molella, Fargetta, Prezioso.

Li vidi dal vivo per la prima volta fare l'apertura al concerto degli East 17 (sì, adoravo gli East17), con i loro bei giradischi. 

Albertino presentava con la sua solita verve tipo appena uscito dal funerale del suo gatto nero, morto affondando nella palude, tipo Artax il cavallo di Atreju del LA STORIA INFINITA.

Gli altri tre mixavano le hit del momento.

Ok, Albertino.

Dj Albertino.

DEEJAY Albertino.

Non mi tornava.

Ovunque, DJ, DEEJAY, Albertino.

Ma...ma...non mixava.

Cioè no, io sapevo roba tipo che il dj, il deejay, il disk jockey era quello che selezionava e mixava.

Tipo roba che poi l'amico Provenzano faceva il "Mixa&Selecta" no?

Mica il "Speka&Jingoleggia", giusto?

Io volevo fa il dj.

Volevo prendere i dischi dalla valigetta, metterli sul piatto, su la puntina, smanaccia il pitch, smanetta il mixer, fai ballare e poi ricomincia, finché la gente non stramazza a terra.

E questo no, stava lì sul palco a parlare, a dire fondamentalmente cazzate.

Non mi tornava.

Vabè, dedichiamoci alla progressive, che poi ti arriva Robert Miles, fa il suo capolavoro epocale pietra miliare disco più bello della storia che poi io ti coverizzo una caterva di volte.



E lì allora me ne vado nei locali dove si suona la roba figa a cantare l'inno di quell'epoca :

"Noi non vogliamo, ballare commerciale! Duri! Cattivi! Pro-Gres-Sivi!"

Lacrimuccia.

Ma lì i dj facevano i dj.

Bismark, Vortex, Francesco Zappalà, Ricky Le Roy, e poi tutta la scena BXR.

Mettevano dischi, diamine.

Ecco, cosa voglio fare.

E lo facevo, mixavo, anche pur sempre parlando al microfono.

Incitavo le folle.

E infatti in quel mondo lì, il dj, deejay, disk jockey, sceglieva i dischi e li riproduceva sul piatto, mentre il vocalist, parlava, animava, diceva quasi solo stronzate, ma incitava le folle.

Io facevo tutte e due le cose.

D'altronde ero reduce dalla mia inizializzazione allo status di animale da palcoscenico, presentando feste di piazza e suscitando ardori del pubblico.

Poi, mannaggia, arrivò lui 


E iniziai a scrivere, comporre, remixare.
Era un campionatorino 8 bit, che si attaccava al computer ultrafigo dell'epoca, l'Amiga 500, poi sostituito dall'Amiga 1200.

E ci facevi musica!

Tunz! Tunz!

E allora, boh, Albertino era un dj e tutti lo chiamavano dj, ma non faceva il dj.

Picotto e Mario Più erano dj ma li conoscevi più come "quello fa i dischi" che come mixatori, perché a Roma e dintorni ci venivano pochino.

Quindi lo ammetto : io facevo il dj nel senso che mettevo i dischi, più cazzeggiavo al microfono in maniera efficace, più facevo le mie musichette con il computer, riuscendo a fare cose egregie.

E siamo agli anni 90.

Quello che "fa il disco", poi diventato quello che "ha stampato", era un mito.

Io lo feci per la prima volta nel 1999, quando poi entrai pure a lavorare in un locale figo di Roma.

Ma di dj ce n'erano già una caterva, quindi mi dissero che i dischi non li dovevo mettere, no, no.

Dovevo usare il microfono.

Poi di fatto i dischi li mettevo, ma sapete che carattere ho, non sono mai stato un leccaculo, anzi, andavo sempre a spiattellare in faccia le cose.

Se uno mi svuota la pista, vado a lamentarmi.

Se uno mette musica demmerda e la gente si lamenta con me (che sono sul palco e quindi il frontman della situation), che devo fare? Riferisco a chi di dovere.

Sto dj non conosce i successi del momento, ti spaccia dischi techno di 5 anni fa per house attuale, ti mixa demmerda, sovrapponendo melodie e cantati!!!

Sto dj non sente la pista, mette dischi sbagliati al momento sbagliato!!!

Una sera per caso, ci viene a trovare un cantante dance famoso, di cui non dirò il nome per evitare casini.

Lui.

Ci fa il regalo, sale in consolle, accetta di cantarci un disco suo.

Il mio dj, mette un disco.....suo........sì ok.......ma STRUMENTALE.




No cioè, licenziato in tronco per la figura demmerdissima, col pubblico, col cantante, con la scena club internazionale e coi princìpi di base dello show business?

No.

Ok, questo fa il dj.

E io no.

Vabè...sarà un caso.......

Altra serata, venerdì, locale semivuoto, il dj con cui lavoro ti piazza lì un remix di PERSONAL JESUS dei Depeche Mode, versione non autorizzata di ventordici minuti tutta uguale che lui aveva in vinile finto-esclusivo, chè ce l'avevano tutti ma vabè.

Il genio assoluto, se ne fa dare DUE copie.

Mette il disco, i quattro gatti in pista, miagolano lamentele e se ne vanno al bar a tentare di rimorchiarsi la barista, che era una mia amica ed era alquanto gnocca. 

(Lo è ancora)

Insomma, dj, mi svuoti la pista, che famo? 
Hai messo un disco che non c'entrava una sega, vabè, capita.
Mo' vedi di mettere un riempipista, che i proprietari del locale sono contenti e magari ci sganciano diecimilalire in più sul cachet.

Anche no.

Il genio assoluto, ne aveva DUE copie.

Oltre a far finire la prima copia del disco.....cosa fa?

La vedo come una scena al rallentatore, tipo quelle in cui poi l'attore del film americano fa "Nooooooooooooooooooooooooo" e corre scapicollandosi verso il disastro che sta per accadere, ma l'audio del film è a velocità normale.

Il genio assoluto, ne aveva DUE copie.

E le suona.

Cioè....il disco svuotapista, mixato con la seconda identica copia del disco svuotapista.

No, cioè, vabè.



E allora...?

Licenziato in tronco, fanculo, nano demmerda incapace?

No.

No e no.

Chiudo qui questo capitolo della saga, appuntamento alla prossima volta che c'ho voglia.

#deejay  #dance #edm #diskjockey #discoteca #albertino

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